RIVIVI IL MYTHO: SACILE 2022
Sacile:
Mytho Marathon 2022
Iniziative da non perdere
SACILE E IL SUO TERRITORIO
CENTRO PALAFITTICOLO DI PALU’ DI LIVENZA
Il sito di Palù di Livenza, situato nella zona umida e paludosa che si estende tra i comuni di Caneva e Polcenigo a valle del fiume Livenza, è uno tra i più antichi siti palafitticoli dell'Italia settentrionale. Si tratta di un sito insediativo popolato fin dall'antico Paleolitico (4900 a.C. ca.). Dagli scavi effettuati sono emerse tre diverse tipologie di strutture palafitticole che testimoniano un insediamento del luogo fino al Neolitico recente. Molteplici i materiali ritrovati, dagli oggetti e strumenti in pietra a quelli in ceramica (i reperti archeologici rinvenuti nel sito sono attualmente conservati nel Museo Archeologico del Friuli Occidentale). Grazie all'eccezionalità della datazione storica dei ritrovamenti e all'importanza che l'area archeologica ricopre in Italia, nel giugno 2011 il Palù è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Ma il Palù di LIvenza, oltre che per le sue peculiarità archeologiche note fin dall'800, è anche un luogo di grande interesse naturalistico, dove trovano vita diverse specie avifaunistiche palustri e varie piante igrofite.
POLCENIGO: UNO DEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA
Polcenigo ospita il Museo dell'Arte Cucinaria, in ricordo delle generazioni di cuochi emigrate in tutto il mondo. Tra gli appuntamenti, il più antico è la Sagra dei sést, cioè dei cesti e, più in generale, del vimine, del giunco e della rafia, che si tiene la prima domenica di settembre.
FONTANAFREDDA E L’ANTICA PIEVE DI SANTA MARIA
Situata ad una decina di chilometri ad ovest di Pordenone, Fontanafredda è un comune le cui origini antiche sono dimostrate dal rinvenimento di alcune sepolture di età romana imperiale, mentre il termine compare, come Fontanafrigida, in un'attestazione del 1199. E’ indubbiamente la Pieve di Santa Maria Assunta edificata in località Vigonovo la principale attrazione di questa piccola cittadina. La Pieve edificata in stile neoclassico a partire dal 1857 su progetto dell’arch. Lorenzo Armellin, venne realizzata demolendo il precedente edificio riferibile alle ricostruzioni avvenute dopo le invasioni turche della fine del XV secolo. Esternamente risulta per buona parte priva di intonaci evidenziando l’apparecchiatura muraria in sassi a spacco e mattoni a vista. La facciata impostata su una zoccolatura in pietra è tripartita da quattro semicolonne, con basamenti e capitelli ionici in pietra scolpita. Dietro le colonne una cornice posta a due terzi taglia trasversalmente la facciata segnando un primo ed un secondo registro.